È una professionalità preziosa la sua: non solo riprende e recupera tutto ciò che appartiene alla tradizione della Basilicata, ma se ne fa gelosa depositaria per tramandarla alle generazioni future, proprio come facevano le signore anziane di una volta nei confronti delle proprie figlie, per lasciare loro in eredità delle conoscenze e dei valori di buon comportamento che gravitavano intorno alla tavola, specie nei tempi passati.
La cucina di Antonietta Santoro non è solo frutto di una semplice preparazione dei piatti, ma l’espressione di una vera e propria rievocazione storica caratterizzata anche da riti sociali, specie per quanto riguarda il tramando delle tecniche antiche per realizzare la pasta fatta a mano, proprio come facevano le donne nella cultura rurale.
In ogni caso, le sue preparazioni esprimono un profondo rispetto della genuinità dei cibi adottando delle procedure che preservano i sapori autentici.
La scelta delle materie prime per le sue pietanze cade sempre su prodotti di qualità, legati alle eccellenze del territorio dove primeggiano i peperoni cruschi, i cavatelli con il pezzente, l’agnello delle dolomiti lucane, la carne podolica, le erbe spontanee, i formaggi e salumi tipici regionali, senza disdegnare un piccolo tocco innovativo.
Quella che offre la chef la possiamo definire un’esperienza storica, salutistica, etica e sensoriale.
Una particolare attenzione viene da lei riservata anche alla selezione e agli abbinamenti dei vini.